gli autori raccontano la genesi del PRIMO SHOW MUSICALE INTERATTIVO!
Dopo la première dello scorso 11 maggio al Circolo ARCI Bellezza di Milano, gli autori di Brodo Studio, Cristiano Perricone e Corrado Roccazzella, raccontano il nuovo format “Nudge Theory: Interactive Music Video”, con tutte le caratteristiche, le potenzialità e i retroscena. Leggi ora l’intervista!
Buongiorno broders! Non vediamo davvero l’ora di scoprire tutti i segreti di Nudge Theory! Partiamo subito dalle basi: perché il nome Nudge Theory?
Cristiano: Rompo io il ghiaccio! Il titolo Nudge Theory fa riferimento al saggio “Nudge – La spinta gentile” scritto da Richard H. Thaler e Cass R. Sunstein, che affronta nuove teorie comportamentali basate su un approccio attivo nell’architettura delle scelte, che avviene attraverso un “pungolo”, appunto, un suggerimento.
Interessante! Ora però vi lancio una sfida: spiegateci in pochi punti in cosa consiste Nudge Theory.
Corrado: Possiamo spiegare Nudge Theory toccando 4 punti essenziali, i “fantastici quattro”, che sono:
- RE-PLAY: Nudge Theory è un video interattivo che possiamo “giocare” e “ri-giocare” più volte, costruendo esperienze sempre diverse.
- SEAMLESS: in Nudge Theory non c’è interruzione, le richieste, gli inviti a intervenire non fanno perdere il gusto della fruizione e non interrompono il flusso dell’esecuzione artistica.
- CREA-ATTIVITÀ: ogni elemento di Nudge Theory è costruito creativamente e in funzione dell’interazione.
- DIGITAL: L’ultimo aspetto, ma non meno importante. Nudge Theory è un oggetto digitale che si collega a tutte le piattaforme e strumenti possibili: Social, Piattaforme VOD, Smart Tv, E-commerce, CRM, Siti, Analytics, ecc. Questo evidentemente lo rende anche un valido alleato di ogni strategia di web marketing.

Direi che ora siamo tutti curiosi di sapere com’è nata l’idea del format: ce lo spieghi Cristiano?
Cristiano: Con piacere. Beh sicuramente in parte nasce dall’esperienza personale sia formativa che professionale legata al mondo dello spettacolo e della regia. Nel corso degli anni ho avuto la fortuna di formarmi e lavorare con personalità illustri del mondo dello spettacolo, che sono state per me grandissime fonti d’ispirazione: dal Maestro scenografo Gaetano Castelli (Studio ‘80, Fantastico, Sanremo), al regista Ruggero Montingelli (co-ideatore di Videomusic) e Mario Maffucci che di show televisivo ne sa qualcosa! La musica ha sempre fatto parte del mio lavoro di autore e regista, dal mio primo show Romusik per l’emittente locale RomaUno alle esperienze con MTV (ricordo la sperimentazione di FLUX-TV che mi ha portato alla regia del videoclip dei Casino Royale) passando per il montaggio della performance dei BowLand (girato da Uolli) per la finale di X-Factor. Più di recente, poi, con Brodo Studio abbiamo creato il format video-concerto Udinì, che porta l’esibizione live in contesti “altri”, alieni alla musica, come fabbriche, laboratori artigianali, musei.
Devo dire, però, che la vera spinta che ha fatto nascere Nudge Theory è stata sicuramente la voglia di sperimentare e approfondire la tecnica della branching narrative, e l’ambizione spingere il concetto di show musicale (e non solo) ad un altro livello.
Possiamo quindi dire che Nudge Theory nasce proprio da un Nudge (trad. spinta leggera ndr)! Ma parliamo ora dell’episodio pilota! Cristiano, su questo primo episodio, puoi raccontarci dell’ideazione e del lavoro che sta dietro alla trasposizione di musiche e testi delle canzoni in immagini?
Cristiano: Si tratta di un lavoro complesso, iniziato fin da subito con un confronto con l’artista Ulisse Schiavo, per poi proseguire attraverso un’attenta raccolta di materiali, di ascolto dei brani e di trasposizione.
Il processo creativo ricorda quello dell’ opera contemporanea, dove l’aspetto visivo viene trasposto elaborando il testo in ogni sua declinazione, spartito e libretto, e dove il più delle volte è l’emozione trasmessa dalla musica a guidare la matita di uno scenografo o di un visual designer. Nel nostro format vogliamo recuperare questo processo andando a utilizzare alcuni linguaggi dell’arte contemporanea, come la video arte o l’arte installativa.
In questo primo episodio alcune interpretazioni che potete vedere, sono dei veri e propri omaggi ad alcuni artisti visivi contemporanei come nel caso di Pipilotti in Have you ever shout loud? e di Marinella Pirelli per Valido e Alone. Mentre per altre situazioni abbiamo realizzato le scenografie partendo da un foglio bianco, come per Precious Silver Grace o Sale. Di fatto ogni episodio è concepito per diventare un “concept-film musicale” il più aderente possibile all’immaginario espresso dall’artista, il nostro compito è quello di esaltare visivamente la sua musica.

Guardando lo spettacolo, una delle cose che emerge in modo più evidente è la particolarità dello spazio, l’Emotion Hall del Tiare a Gorizia, con proiezioni e videowall enormi. Com’è nata questa scelta?
Corrado: Approfitto di questa domanda per ringraziare il TIARE per averci messo a disposizione gli spazi dell’Emotion Hall.
Quando abbiamo iniziato a scrivere il concept, che poi è diventato il paper format dello show, ci siamo resi conto che avevamo bisogno di uno spazio molto ampio, che fosse potente dal punto di vista visivo e che ci permettesse di giocare in modo creativo con le scenografie. Ovviamente sono tutte circostanze che spaventerebbero chiunque sia coinvolto nella realizzazione (scenografie, spazi enormi, tecnologie). Così abbiamo iniziato a cercare un luogo con determinate caratteristiche che permettesse la realizzazione di proiezioni a 360 gradi e che in tempo reale ci permettesse di passare dall’ambientazione del mare notturno ad un’altra coloratissima e psichedelica: e così abbiamo scelto l’ Emotion Hall. Dal punto di vista produttivo, questo tipo di soluzione, simile al Virtual Set, offre dei grandi vantaggi in termini di tempistiche, specialmente per un prodotto come questo: si possono creare interi mondi, senza doversi spostare!
Passiamo ora a una domanda su legata ad un aspetto più narrativo. Cristiano, cosa significa scrivere un format di questo tipo?
La scrittura di un format televisivo, di per sé, è una scrittura molto tecnica e complessa, nel caso del video interattivo il grado di difficoltà aumenta notevolmente. Ci sono molti aspetti di cui tener conto legati prevalentemente al coinvolgimento del pubblico. Ricordiamo che gli spettatori sono chiamati a fare delle scelte che andranno a determinare lo svolgimento dello show. Questo significa che l’autore deve scrivere, e prevedere, molte più dinamiche, inserire come ad esempio inserire dei Plot coinvolgenti in ogni diramazione della storia e rendere il momento decisionale, ovvero il Pivot Point, interessante e allo stesso tempo “invisibile”. Uno show musicale non funziona diversamente dalla fiction, anzi l’immersione nella storia-concerto instaura un rapporto ancora più intenso con lo spettatore, questo deve rimanere letteralmente “immerso” nel flusso del racconto, l’interazione quindi non deve essere una distrazione ma una parte del racconto. Questa è la difficoltà, speriamo di esserci riusciti.


Quali sono le modalità con cui il pubblico può interagire con lo spettacolo video? In che modo diventa “protagonista”?
Cristiano: Esistono 4 modalità di intervento nella scrittura ramificata e nella regia e più in generale in tutte le fasi creative; ognuna di queste, che ora vi illustrerò, racchiude molteplici possibilità applicative per coinvolgere lo spettatore e inserire le attivazioni. Nello schema che trovate in alto abbiamo rappresentato le dinamiche della scelta in modo da evidenziare i meccanismi e i comportamenti che queste possono innescare in modo diametralmente opposto all’interno della narrazione e dello show:
DIALOGO: da intendersi in tutte le sue forme narrative e drammaturgiche (diegetico, intradiegetico, extradiegetico, ecc); può avvenire ad esempio tra i protagonisti del video o può essere rivolta direttamente al pubblico.
PUNTI DI VISTA: Possiamo far spostare lo spettatore nello spazio e nel tempo, seguire un personaggio o utilizzare la tecnica del multicam. Qui entrano in gioco aspetti più prettamente artistici, legati ad esempio alle scelte di montaggio.
AZIONI che chiediamo di fare, sempre in modo non invasivo (seamless per l’appunto), allo spettatore; incidono sull’ordine, la durata e la frequenza del tempo di narrazione.
ESPLORAZIONE, la parte più “digital” resa possibile grazie alla presenza di menù, aree cliccabili, cartelli, porte d’accesso ad altri contenuti. Un modello preso in prestito dal gaming che arricchisce ed estende la fruizione del contenuto filmico con nuove funzionalità.
L’idea alla base è quella di poter alterare una storia o ripercorrere un live facendo nuove scelte per scoprire nuovi brani, c’è uno schema preciso? Esiste un modo per applicare questo genere altrove?
Corrado: Certamente si! Nudge Theory è un vero e proprio format televisivo, con le sue regole e i suoi momenti “rituali”. Lo schema narrativo che abbiamo affinato è, ad esempio, pensato per mantenere un livello costante di attenzione tra lo spettatore e lo show, in cui i momenti decisionali sono distribuiti con una cadenza che non supera quasi mai i 4 min. In questo modo siamo riusciti a mediare tra la necessità di stimolare e attivare il pubblico senza “stressarlo” oltre modo. Poi c’è il tema della durata e dell’estensione del ciclo di vita di un prodotto audiovisivo: per vedere tutte le linee narrative occorrono più di 90 min, mentre il tempo lineare è di poco più di 20. Se pensiamo alle possibilità applicative di questo metodo di scrittura è chiaro di quanto sia possibile “amplificare dei contenuti” anche con un prodotto di breve durata, come spesso ci richiedono i social o gli ADV.
Ora parliamo un po’ di tecnologia e di alcuni aspetti tecnici legati a questo video interattivo, che cosa si può fare dal punto di vista digital con questo format. Cristiano ti chiedo quindi, quali sono le caratteristiche principali della tecnologia che avete usato?
Cristiano: Qui entriamo nella parte più nerd ma che sicuramente interesserà anche i reparti marketing. Le potenzialità di un video interattivo sono davvero molte e coinvolgono fortemente anche l’aspetto commerciale, pensiamo alle brand activation ad esempio. Ma non è tutto, si possono infatti integrare nuove scene in qualsiasi momento, senza dover riesportare o modificare link, allungando la durata e la godibilità del contenuto. Questo significa potenzialmente costruire delle strategie di marketing ad hoc o integrarne di nuove in piani editoriali in essere. Grazie alla modalità Cross Platform, con lo stesso javascript nativo, il video è compatibile con tutte le piattaforme OTT e VOD, SMART TV, device mobile, desktop, console in commercio. Quindi un solo progetto per tutte le possibili applicazioni.
Corrado: Un altro aspetto di rilievo è che questo tipo di contenuto ci permette di monitorare le scelte e le preferenze del pubblico: dalle le linee narrative più cliccate, ai brani più ascoltati, le durate complessive delle visualizzazioni, le tipologie di device e molto altro. Si comporta prettamente come uno strumento di analytics e funge anche come CRM. Il video diventa così un canale di vendita dove è possibile inserire delle aree cliccabili e rendere acquistabile un oggetto con bottoni “ADD TO CHART”, oppure si possono collezionare punteggi giocando con il video e “trasformare” questi crediti in buoni sconto o promozioni oppure inserire altre KPI’s. Anche il design di una strategia diventa molto più creativa!

Nudge Theory, oltre ad essere un format di intrattenimento, ha chiaramente un grande potenziale sia per la diffusione e la promozione di contenuti artistici, come il lancio di un album, sia come strumento di content marketing che si può adattare a un progetto speciale: in particolare, potete parlacene brevemente?
Corrado: Brodo Studio, con questo nuovo format, è aperto sia alla possibilità di produrre una prima stagione completa di Nudge Theory, con artiste e artisti diversi per ogni puntata, sia a sviluppare ulteriormente la tecnologia, per costruire uno storytelling di vario tipo, orientato sia verso la promozione di prodotti artistici che di prodotti commerciali.